L’imbarcazione Konigin II è uno yawl di 22,10 metri a chiglia lunga, con un baglio massimo di 4,70 metri, un pescaggio di 3 metri e un dislocamento di 50 tonnellate. L’imbarcazione è stata progettata e costruita dal cantiere tedesco Abeking & Rasmussen nell’anno 1912.
La barca è stata sottoposta a diversi restauri.
Nel primo intervento avvenuto nel 2002 è stata rimossa la prua a clipper, aggiunta in maniera posticcia negli anni trenta, sono stati rimossi gli oblò, ricostruita la coperta in teak, restaurata la tuga, sostituite alcune ordinate insieme all’albero e alle lande, in un primo tentativo di riportare la barca al disegno originale.
Da quell’anno la barca dopo una serie di cambiamenti di proprietario e di nomi, è tornata a chiamarsi col nome originario: Konigin II.
Nel 2006 la barca è tornata in cantiere a Sanremo dove ha subito ulteriori interventi.
L’intervento di restauro e ricostruzione curato dallo studio Duck Design di Massimo Paperini è quindi il terzo in ordine cronologico effettuato sull’imbarcazione.
Una prima fase del lavoro è consistita in un’approfondita analisi dei disegni originali del cantiere Abeking & Rasmussen, che sono stati completamente ridisegnati dallo studio Duck Design; non esistevano infatti immagini o riferimenti dei dettagli dello stato originale dell’imbarcazione, ma solo i disegni del progetto originale forniti gentilmente dal cantiere.
A questa prima fase è succeduta una fase di studio e di ricerca su testi e immagini per venire a conoscenza dei caratteri stilistici dell’epoca e delle imbarcazioni dello stesso periodo prodotte in Nord Europa.
Il restauro quindi, iniziato con una totale rimozione degli interni e di tutte le paratie esistenti, ha mirato alla ricostruzione dell’imbarcazione per riportarla allo stato originale. L’unica variazione apportata per venire incontro alle nuove esigenze armatoriali è il posizionamento di un secondo bagno collocato nello stesso spazio dell’unico bagno originario; il layout originale, infatti, conservato per intero, prevedeva una cabina armatoriale, due cabine ospiti, dinette, cucina e un solo bagno.
I materiali utilizzati sono stati: mogano kaya lavorato con cornici e boiserie di tipo classico, alternando essenza a vista lucida e laccatura bianca; questo ha permesso di restituire luminosità a tutti gli ambienti interni, con una giusta alternanza di superfici chiare e legno tipiche delle imbarcazioni del periodo.
Si aggiungono dettagli in ottone e bronzo come le maniglie dei cassetti, quelle delle porte, le lampade e i tessuti che sono stati scelti in maniera coerente con l’età dell’imbarcazione, i divani della dinette e della cabina armatore in pelle bordeaux capitonnè, i fregi per l’aerazione degli ambienti che riproducono un disegno tipico dell’epoca.
Gli impianti tecnologici, come ad esempio l’aria condizionata, sono stati attentamente nascosti.
I lavori sono stati eseguiti presso il Cantiere Dod Yachts e diretti dal Project Manager dell’armatore Maurizio Di Blas.
Massimo Paperini – Yacht Designer